Ciò che più amo di Verdone sono tre cose: come autore la fantasia, che unita al suo spirito di osservazione gli permette di creare storie surreali ma plausibili al tempo stesso; come regista la capacità di tratteggiare i personaggi in modo ironico, completo e realistico; come interprete quella faccia da vittima unica al mondo!
Una "normale" famiglia allargata vive il trauma di un confronto culturale, sentimentale e generazionale in conseguenza del nuovo amore dell'anziano padre vedovo che decide di sposare la sua badante moldava.
Alla fine sarà il figlio prete a far miracolosamente combaciare tutte le tessere di un puzzle che sembrava impossibile, non senza comicità, ironia, freddure, duro realismo e morale profonda.
L'unico aspetto che non mi ha entusiasmato è il ridotto numero di personaggi che, per un regista abile come Verdone, finiscono per essere troppo rimarcati al limite della noia. Strepitosa interpretazione di Laura Chiatti in un ruolo complesso e difficile.
10 mag 2010
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